pancreatite cronica

La pancreatite cronica ed il gastroeneterologo – Dr.ssa Zippi

La pancreatite cronica è il risultato di un processo infiammatorio prolungato che determina, a lungo andare, una lenta, progressiva e irreversibile sostituzione del tessuto pancreatico con quello fibrotico. Ciò comporta la perdita della normale funzione pancreatica, andando ad agire su due componenti: esocrina (ridotta produzione di enzimi pancreatici –amilasi e lipasi-, con conseguente maldigestione degli alimenti e steatorrea, ossia feci poco formate, maleodoranti ed untuose ) ed endocrina (ridotta produzione di insulina con conseguente aumento della glicemia e dunque comparsa di diabete mellito).

A questa sintomatologia si possono associare perdita di peso e dolore addominale. Spesso è proprio quest’ultimo il sintomo di esordio più frequente, localizzato nei quadranti addominali superiori, il cosiddetto dolore “a barra” o “a cintura”. Bisogna sottolineare che, soprattutto nelle fasi iniziali, la pancreatite cronica può essere silente, ovvero senza sintomi e/o disturbi di alcun genere.

L’assunzione cronica di alcool rappresenta la causa più frequente, seguita da ostruzioni del dotto pancreatico principale (calcoli/neoplasie), malattie genetiche (fibrosi cistica), malformazioni congenite pancreatiche (pancreas divisum) e la pancreatite autoimmune. Come per la gran parte delle malattie, anche per la pancreatite cronica sono la clinica ed un’accurata anamnesi a guidare la diagnosi. Il tutto seguito da esami del sangue (dosaggio amilasi, lipasi, glicemia, analisi genetica, dosaggio IgG e IgG4) e da studi radiologici: Ecografia, Ecoendoscopia, Tomografia Computerizzata (TAC), Risonanza Magnetica Nuclerae (RMN) e Colangio-RMN con o senza stimolo alla secretina.

Queste metodiche consentiranno di valutare la presenza di eventuali ostruzioni del tratto finale del dotto pancreatico, stenosi/restringimenti dello stesso, calcoli pancreatici, calcificazioni (pancreatite cronica calcifica) e presenza di pseudocisti. Infine, il dosaggio dell’elastasi fecale permetterà di valutare il grado di compromissione della funzionalità pancreatica.

La terapia si basa principalmente sull’astensione dall’alcool e dal fumo, su un corretto regime alimentare, sul controllo del dolore (inizialmente analgesici), sulla terapia sostitutiva con enzimi pancreatici e, in caso di diabete mellito, sul controllo della glicemia con ipoglicemizzanti orali e/o terapia insulinica.

In alcune circostanze si rende necessario ricorrere ad un approccio endoscopico terapeutico (Colangio-Pancreatografia-Retrograda-Endoscopica –ERCP-) che consente di effettuare la sfinterotomia, la dilatazione pneumatica della papilla, il posizionamento di protesi e la rimozione di calcoli. In ultimo, il trattamento chirurgico, soprattutto interventi di derivazione pancreatica, viene riservato alla gestione del dolore non controllato con le comuni terapie e delle complicanze.


Dr.ssa Maddalena Zippi
Dirigente di I° Livello UOC di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva Ospedale Sandro Pertini

 

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